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Animazione e persona in situazione d'handicap
Quale attività per quale ospite?
Per riflettere
Animatore, Bambino/partecipante, Disabilità in colonia , Per riflettere

 

CONSTATAZIONE DI PARTENZA:

  • "Con quella bambina non si può far niente!"
  • "Con lui andiamo a spasso tutto il giorno, non si possono fare altre attività.... non può partecipare alle attività che fanno gli altri bambini"
  • "Che senso ha portarlo in colonia?"


Potremmo riformulare questi interrogativi:

  • "Che attività proporre al bambino, adolescente, adulto handicappato?"
  • "Come posso adattare un'attività alle sue capacità?"
  • "Come posso valutare quello che può e sa fare?"

Ci potremmo allora inoltrare nel campo della pedagogia curativa, della psicologia...

 

Ho scelto invece, anche perché non sono nè una psicologa, nè una pedagogista, di portare la riflessione su di un livello più pratico, arricchito dalla mia esperienza di colonia e dalle osservazioni che i monitori fanno durante l'anno.

 

Vorrei quindi partire da un'altra constatazione, un po' provocatoria:

 

CON UN BAMBINO, ADOLESCENTE, ADULTO IN SITUAZIONE D'HANDICAP POSSO FARE DI TUTTO (O QUASI): POSSO SVOLGERE QUALSIASI ATTIVITA'
Alla base ci vogliono delle IDEE e alcuni ACCORGIMENTI

 

Vorrei chiarire alcuni elementi che mi portano ad asserire questo principio: analizziamo un po' cosa s'intende per ATTIVITA', cosa vuol dire PARTECIPARE e infine cosa contraddistingue l'esperienza di COLONIA dalla vita di tutti i giorni.

Potremo così definire cos'è l'ANIMAZIONE in colonia: cioè qualcosa di molto complesso, un insieme di elementi che interagiscono per dare un risultato armonioso.

 

ATTIVITÀ

 

Dietro questo termine troviamo moltissimi elementi.

L'attività innanzitutto può essere:

  • manuale
  • ludica
  • sportiva
  • sociale
  • culturale

Può coinvolgere e stimolare i cinque sensi, provocare delle sensazioni:

  • tattili
  • visive uditive
  • olfattive
  • gustative
LA RELAZIONE


Un'attività posso svolgerla da solo, in coppia, in gruppo: a livello relazionale, intervengono molte interazioni sia verbali che non verbali. La dimensione collettiva è fondamentale e caratteristica della colonia.

 

LE EMOZIONI


Durante lo svolgimento dell'attività, che sia manuale o un gioco all'aperto, non bisogna dimenticare che siamo coinvolti emotivamente: IMPORTANTISSIMO IL PIACERE che il partecipante prova e le EMOZIONI diverse che può risentire: paura, gioia, spavento, sorpresa, rabbia. Le può esprimere a suo modo, magari non in maniera subito comprensibile per i monitori. Se l'emozione è forte e può destabilizzare il bambino è importante che si senta protetto, accompagnato dal monitore.

 

Anche la persona che propone l'attività deve trovare il piacere di farlo: se un'attività è fatta contro voglia, anche se organizzatissima, non avrà molto successo!

 

Un'attività non la si fa solo PER l'ospite, ma soprattutto CON LUI.

 

IL LUOGO

 

Un altro elemento importante è il luogo dove si svolge l'attività: le decorazioni, lo scenario la posizione dei mobili, del materiale. Il fatto di sentirsi bene in un posto è fondamentale per la riuscita dell'attività. La disposizione del luogo è legata al discorso della partecipazione, attiva o passiva:

 

fare attenzione CHE per esempio anche il bambino in carrozzella possa vedere l'attività, i suoi compagni, giocare. ( Il suo punto di visione è diverso dal nostro e spesso disponiamo il materiale troppo distante ).

 

PARTECIPARE

 

Possiamo differenziare dei ruoli diversi:

 

ATTIVO:
il bambino fa effettivamente qualcosa, disegna, gioca, corre,...


Ma non dimentichiamo che anche nei casi dove il bambino è fisicamente passivo, non si muove, non corre, non ha una matita tra le dita, può avere tutti gli altri sensi all'erta: dei giochi come il Kit degli odori, o i giochi di stimolazione sono alcuni esempi.

 

Il fatto di proporre dei giochi e delle attività che domandino l'intervento di più sensi permette al bambino di avere un ruolo attivo, cioè di partecipare.

 

Percepire, vedere, provare delle sensazioni è diverso da capire intellettualmente le regole del gioco, lo scopo, ma altrettanto, se non di più, importante.

 

PASSIVO:
intendo qui quando il bambino non partecipa al gioco, è per esempio seduto in disparte nella sala.

 

Anche questo ruolo ha la sua importanza: stare nello stesso luogo degli altri (sala, bar, furgone) permette alla persona di sentirsi parte di un gruppo, di un insieme. Il bambino "respirerà" inoltre l'atmosfera che regna nel luogo, sentirà le risate, le frasi.

 

Quindi partecipare ad un'attività non vuol dire semplicemente FARE qualcosa seguendo le direttive del monitore, produrre un oggetto da portare a casa, ma ESSERE da qualche parte, con delle altre persone, provare delle sensazioni, ricevere e rispondere a degli stimoli, passare da uno stato d'animo all'altro.


Bisognerebbe introdurre qui la nozione del "non far niente": in colonia è impossibile non far niente (e non solo in colonia!), come è impossibile il non comunicare, il non entrare in relazione.

 

Un pericolo che si riscontra spesso nel mondo dell'handicap è l'ATTIVISMO: per raggiungere l'integrazione si pensa spesso che bisogna fare molte cose, organizzare molte attività.
L'animazione deve tener conto del ritmo del bambino, dei suoi desideri, delle sue aspirazioni.

 

CONTESTO

Intendo qui sottolineare l'importanza dell'atmosfera, del clima che contraddistingue la vita della colonia, in colonia, rispetto alla vita di tutti i giorni, al foyer, alla scuola, alla vita in famiglia.


Per alcune casistiche di bambini e adulti portatori di handicap è sicuramente importante offrire dei punti di riferimento, una stabilità che è loro necessaria per vivere bene la vacanza. Le visite e le informazioni raccolte prima della partenza sono quindi importantissime.


MA VORREI RIPETERE CHE LA VACANZA È VACANZA ANCHE PER LORO!
PROPORRE SOLAMENTE DELLE ATTIVITÀ CHE I PARTECIPANTI SONO ABITUATI A SVOLGERE DURANTE L'ANNO NON È ABBASTANZA!


Bisognerebbe proporre attività che permettano di allargare il loro campo di esperienze, di valorizzare ed aumentare le loro capacità: sempre garantendo la sicurezza fisica necessaria.

 

 

 


ATTIVITÀ, ANIMAZIONE, PROGETTO GLOBALE DI COLONIA


La sensibilità, l'attenzione con cui si propongono delle attività specifiche, la maniera in cui si anima una colonia o un campo di vacanza, sono strettamente legate ai principi sui quali si basa il progetto globale della colonia.

Il progetto educativo che contraddistingue le colonie di questi ultimi si basa sulla nozione dei BISOGNI DEI BAMBINO.

Possiamo allargare il discorso al bambino, adolescente, adulto con handicap che come qualsiasi altra persona HA DEI BISOGNI, DEI DESIDERI E DELLE ATTESE svariate che dovrebbero essere prese in considerazione quando si elabora un'attività specifica o un progetto di colonia in generale.

Se inserita in un progetto globale, anche la più piccola animazione tende a permettere al partecipante di rispondere a qualcuno dei suoi BISOGNI, ecco una lista proposta da Pau-Lessi nel suo libro dal titolo "La Colonia, il Centro e il Soggiorno estivo di vacanza" edizione CEMEA -Ticino,1990: 

  • l'esplorazione;
  • la socializzazione;
  • la cooperazione;
  • la responsabilizzazione;
  • l'espressione e la creazione
  • la comunicazione;
  • il fare da se, l'autonomia;
  • l'inventiva;
  • il rispetto della personalità;
  • la distensione;
  • il piacere;
  • la relazione

Possiamo vedere che dietro all'atto di fare un disegno, costruire un burattino, giocare a nascondino si ritrovano delle risposte a diversi bisogni; spesso l'importanza di permettere l'esercizio della socializzazione, della cooperazione è offuscata dalla ricerca del risultato tangibile dell'attività.

Uno stesso gioco può assumere dei significati diversi se presentato in maniera da far risaltare un elemento piuttosto che l'altro.(giochi di fiducia, giochi di cooperazione, giochi di rilassamento, giochi di conoscenza).

 

Testo di Donatella Oggier-Fusi

 


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