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Il canto al nido: alcune indicazioni generali
Per riflettere
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Il canto con i bambini piccoli è prima di tutto un momento di relazione tra l’adulto e il bambino e, come ogni altra situazione di relazione, va curato.
Il canto è un momento di piacere condiviso tra l’adulto e il bambino, in cui l’adulto canta per il bambino; per questo motivo ha un grande valore educativo e non può essere considerato come un semplice riempitivo. È quindi importante dare a tale attività un tempo e un luogo che favoriscano l’attenzione dei piccoli, il senso di protezione, la quiete, in una disposizione spaziale che favorisca la comunicazione. Il canto è una proposta dell’educatrice e non un’imposizione. L’educatrice inizia a cantare a bassa voce in un luogo protetto e i bambini che desiderano ascoltarla la raggiungono.

Gli aspetti tecnici, come il fatto di avere una bella voce o delle buone competenze musicali, passano in secondo piano rispetto alla relazione che si stabilisce tra l’educatrice e il bambino. La regolarità di questo momento rafforza la relazione tra l’adulto e il bambino  e la ripetizione dei canti aumenta il piacere del piccolo.  Lo scopo di questa attività non è quindi quello di insegnare le canzoni al bambino: il fatto che questi impari la canzone è una naturale conseguenza della ripetizione.

 

La funzione del canto è anche quella di rassicurare, grazie alla ripetizione, e di aiutare a ritrovare la calma e il sonno (ninne nanne). Sono quindi da preferire canti brevi, ripetitivi sul piano musicale e verbale, di contenuto molto semplice, che rappresentino situazioni rassicuranti, facili da visualizzare, nelle quali il bambino possa trovare elementi di identificazione e di protezione (es. Stella Stellina). E’ quindi opportuno tralasciare tutti i canti che parlano di aggressione (per esempio di cacciatori o animali cacciati) e che possono in qualche modo suscitare paura.

Prediligere canti che abbiano un ambito sonoro di 3 o 5 note, senza salti melodici troppo ampi, né ritmi veloci che non rispondono al bisogno di lentezza dei più piccoli; questa è del resto la caratteristica dei canti di culla o delle tiritere per i più piccini. Da evitare note troppo basse o troppo alte che i bambini piccoli non sono in grado di riprodurre, né sul momento, né dopo.

Valutare sempre il valore verbale e musicale del testo: è da preferire il repertorio originario proprio del nostro patrimonio linguistico e culturale, perché le canzoni straniere sono a volte tradotte in modo scadente, per l’esigenza di far corrispondere gli accenti musicali con quelli delle parole.

Oltre al ritmo, lento, è importante curare anche l’intensità del canto, che va sempre cantato e mai urlato.

 

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