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L'igiene corporea
Per fare, Per riflettere
Bambino/partecipante, Colonia, Disabilità in colonia , Per fare, Per riflettere

Provvedendo alla nostra igiene corporea, oltre che a ricercare il nostro benessere (… ed a lavar via fatica e vissuti spiacevoli), siamo in grado di provvedere a:

  • garantire le funzioni della pelle (asportando le cellule "morte") e di eliminazione di tossine tramite il sudore
  • favorire la circolazione a livello capillare tramite il contatto caldo-freddo (acqua) e il micro/ macro-massaggio associato al lavarsi
  • prevenire dapprima l'insediamento e in seguito lo sviluppo di germi patogeni (es: igiene dei cavo orale)

L'assistenza durante quest'attività presuppone un contatto veramente intimo con l'altro.
Provate ad immaginare - se non avete mai fatto questa esperienza - che cosa significherebbe per voi necessitare d'aiuto in una situazione cosi personale e delicata...

 

Questa riflessione porta automaticamente a considerare, la TUTELA DELLA PRIVACY e del BENESSERE PSICOLOGICO dell'utente quale principio fondamentale per chi assiste.

 

La creazione di un clima favorevole, la cautela nel proporsi e l'adozione di atteggiamenti che veicolano RISPETTO e CONSIDERAZIONE per l'altro da parte dell'operatore, costituiscono senz'altro degli elementi che possono attenuare il disagio dell'utente

Se a questo punto aggiungiamo il rispetto delle abitudini e l'effettivo soddisfacimento del bisogno, potremo dire di aver agito correttamente.

 

D'accordo!
Ma il disagio dell'operatore dove lo mettiamo?
E ancora, come si può agire - o meglio INTERAGIRE con esso?

 

Una delle possibilità, guarda caso, sta nel "PENSARE L'ASSISTENZA".
Se l'obiettivo che vogliamo raggiungere è chiaro, affronteremo il nostro disagio con altri mezzi.

 

Ecco una proposta concreta

 

CONOSCERE:

  • abitudini, preferenze dell'utente (es. doccia tutti i giorni)
  • eventuali intolleranze a prodotti particolari
  • quali sono i suoi bisogni specifici e come si manifestano

OSSERVARE:

  • percepire il bisogno del momento
  • percepire la condizione psicologica dell'utente

PENSARE:

  • come rispondere a questo bisogno
  • qual'è l'obiettivo
  • cosa, momento, luogo, modo MIGLIORI

AGIRE:

  • mettere in atto quanto pensato

VERIFICARE:

  • osservare le reazioni dell'utente?
  • ho raggiunto l'obiettivo?

Quest'ultima fase permette di modificare e correggere il tiro in vista della prossima occasione.

 

In merito ai bisgoni specifici, segnaliamo alcune particolerità

  • ATTENZIONE alla temperatura dell'acqua.
  • Ogni sapone va risciacquato, onde evitare irritazioni cutanee
  • nelle donne l'igiene intima si esegue dall'anteriore al posteriore: osservare l'eventuale presenza di arrossamenti, secrezioni…,
  • negli uomini, ATTENZIONE a scoprire il glande; ricordarsi di riposizionarlo
  • ombelico: pulire dolcemente, senza sfregamenti o frizioni aggressive
  • taglio unghie: utilizzare solo forbici adeguate, dando una forma quadrata. Eventualmente privilegiare l'uso della limetta per le unghie
  • igiene dei piedi: verificare la presenza di lesioni interdigitali (micosi,…)
  • rasatura: con rasoi a lama (Gillette, ...). Agite SOLO se avete una buona dimestichezza con questi mezzi. In generale privilegiate l'uso del rasoio elettrico.
  • igiene degli occhi: in generale si procede dall'interno verso l'esterno. Eccezione: in caso di congiuntivite infettiva invertire la manovra


SITUAZIONI PARTICOLARI


Utenti portatori di protesi dentaria:

  • fondamentale conoscere le abitudini dell'utente (es: rimozione durante la notte, utilizzo di prodotti di pulizia o colle per il fissaggio particolari,...). In generale togliere la protesi almeno 2 volte al giorno, onde poter:
  • eliminare i residui di cibo tramite risciacquo del cavo orale con acqua (ev, SOLO se l'utente ha il controllo della deglutizione, usare un colluttorio )
  • controllare che la mucosa orale sia integra; la formazione di afte - "fiacche"- , oltre che essere molto dolorosa, è pre-cursore di infezioni tutt'altro che trascurabili...
  • pulire, la protesi tramite spazzolino + dentifricio normali
Utenti che seguono un trattamento anti-coagulanate

 

Queste persone assumono medicamenti specifici per ridurre la COAGULABILITA' del sangue. Sono dunque da considerare A RISCHIO DI EMORRAGIA, di conseguenza vi sono pratiche da cui e opportuno astenersi:

  • Utilizzo di rasoi a lametta: USARE SOLO IL RASOIO ELETTRICO
  • NON tagliare le unghie dei piedi, ma limare
  • Non usare spazzolini da denti con setole dure per non indurre sanguinamenti gengivali
Utenti diabetici

questa patologia induce una particolare sensibilità a contrarre infezioni e un rallentamento dei processi di cicatrizzazione in caso di ferite. Come per il caso dell'anticoagulazione sono da evitare quelle attività che potenzialmente possono creare traumi o micro-traumi.

 

Particolarità:

 

controllare attentamente i piedi (soprattutto a livello interdigitale) per la facilità a sviluppare micosi favorite dalla macerazione cutanea ( scarpe da tennis, )

 

Utenti incontinenti

 

Si definisce incontinenza l'impossibilità - comunque l'incapacità - di controllare l'evacuazione. Questo problema può essere aggravato da alcuni fattori "esterni" ( sbalzi di temperature, importante apporto di liquidi, assunzione di medicamenti con effetto diuretico, ecc.) o "interni" (presenza di infezioni a livello delle vie urinarie, patologie specifiche).

Tale stato di cose può avere notevoli conseguenze per l'utente, sia dal punto di vista psicologico (ripercussioni sull'immagine di sé) sia da quello fisico (macerazione della cute, creazione di terreno fertile per l'instaurarsi di infezioni).

Abbiamo qualche possibilità per prevenire in modo molto semplice complicazioni spiacevoli:

  • accompagnare REGOLARMENTE l'utente al WC, o sollecitarlo a recarvisi autonomamente
  • particolare attenzione all'igiene intima, che va RIPETUTA ad ogni episodio di incontinenza
  • piccolo suggerimento in merito all'approccio relazionale: colpevolizzare l'utente, banalizzare il suo vissuto, adottare atteggiamenti infastiditi di fronte a tali evenienze spesso, oltre a non risolvere il problema, ha una funzione peggiorativa.