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Alcuni spunti per assistere
Per fare, Per riflettere
Bambino/partecipante, Disabilità in colonia , Per fare, Per riflettere

Sfatiamo subito un mito!

 

Noi non consideriamo, in termini di assistenza, il concetto "GIUSTO o SBAGLIATO", bensì cerchiamo di adottare una serie di PRINCÌPI-GUIDA che vengono applicati alla singola situazione.

 

Questo fa sì che, a parità di condizioni, chi assiste ha la facoltà di decidere come applicare i principi in funzione dei limiti e delle risorse del caso.


Conseguentemente, chi assiste, potrebbe anche trovarsi a scegliere tra due modalità diverse tra di loro senza che una di queste sia palesemente GIUSTA o SBAGLIATA, bensì in funzione di quella MIGLIORE.

 

Secondo noi assistere significa fare:

  • la COSA migliore
  • nel LUOGO migliore
  • nel MOMENTO migliore
  • nel MODO migliore

…Naturalmente in funzione di quanto abbiamo a disposizione
…il che presuppone che per assistere si debba PENSARE LA COSA MIGLIORE


Quali persone che assistono, mettiamo in atto una serie di meccanismi che, ad un certo punto, determinano un'AZIONE da parte nostra.

 

Il termine "azione" viene utilizzato impropriamente poiché in realtà si tratta di una REAZIONE, di una RISPOSTA ad uno stimolo, ad un BISOGNO.

 

Quest' ultimo può essere manifesto o espresso chiaramente, ma sappiamo bene che ci sono molte situazioni nelle quali questi presupposti sono da considerare un "lusso".

 

Come riuscire, dunque, a recepire questa DOMANDA o individuare una NECESSITÀ?

 

Abbiamo per questo, nel nostro bagaglio di esseri umani, uno strumento veramente straordinario: la facoltà di OSSERVARE.

 

Tutti noi, nella vita di tutti i giorni, osserviamo. Ma I' utilizzo di questa facoltà è quantomeno personale.


L'OSSERVAZIONE è IL punto cardine
attorno al quale deve ruotare il nostro approccio
affinché la nostra risposta sia adeguata al bisogno.

 

Per OSSERVARE abbiamo in dotazione genetica una serie di validi strumenti: I CINQUE SENSI

.

Si tratta unicamente di imparare ad usarli in maniera efficace, di ascoltarli.

 

Il presupposto essenziale, dunque, è quello di porci di fronte all'altro; pronti a recepire tutto quanto viene emesso.

 

E se tutto ciò vi pare poco, sappiate che siete già a metà dell'opera!

 

IL LUOGO, IL MOMENTO E IL MODO MIGLIORI

 

La fase successiva all'osservazione, e quindi alla captazione del bisogno, è quella dell'INTERVENTO ATTIVO da parte nostra.

 

Ciò può avvenire su una base puramente ISTINTIVA ( che non sciupi ed è sinonimo di efficace), oppure in modo RAGIONATO E ORGANIZZATO, vale a dire tenendo in considerazione tutti gli aspetti significativi legati alla situazione, preparandoci in funzione di tre aree ben precise, che determineranno la QUALITA' dei nostro agire.

 

 I presupposti, dunque, sono:

 

Conoscenza dei LUI/LEI UTENTE:

  • delle abitudini
  • dei ritmi
  • delle risorse (grado di autonomia)
  • delle particolarità della situazione ( patologia, medicamenti, ...)

Conoscenza dell'IO OPERATORE: fondamentale PRENDERSI IL TEMPO PER…

  • consapevolezza dei propri limiti in funzione della situazione
  • prevedere la collaborazione da parte di terzi se necessario

Conoscenza dell'AMBIENTE

  • risorse a disposizione
  • luogo adatto (locale, caratteristiche del , adeguato spazio di manovra)
  • materiale occorrente a disposizione

A questo punto siamo in grado di agire ponendoci i seguenti obiettivi:

  • MANTENIMENTO E PROMOZIONE DELL'AUTONOMIA:
    • E' fondamentale utilizzare le risorse dell'utente, stimolandolo a "fare da solo" dove può e, conseguentemente, non inducendo un'ulteriore dipendenza.
  • SALVAGUARDIA DELL'INCOLUMITA' PSICO-FISICA:
    • Si considerano tutti gli aspetti di PREVENZIONE e PRECAUZIONE
      • Psicologica, rispetto della "privacy", particolare attenzione all'approccio sia verbale che non verbale, considerazione del vissuto dell'utente
      • Fisica: prevenzione degli incidenti e delle complicazioni
  • RISPOSTA EFFETTIVA AL BISOGNO
    • Il filo conduttore, ancora una volta, è costituito dall'OSSERVAZIONE CONTINUA: questa permette di avere un "feedback" costante sull'efficacia delle nostre azioni e di correggere il tiro quando e dove necessario.